La mia Toscana

Ricordo esattamente l'istante in cui è nato il mio amore per la Toscana. E il mio amore per la moto.
In un modo molto stupido, a dire il vero...
Ma ero solo poco più che una bambina.

Motivazioni più che convincenti...

Come mi è capitato spesso nel corso dell'esistenza, più che una scintilla è stata una "decisione".
Un giorno, durante le nostre vacanze in camper che, nuovamente e con mia grande gioia, ci avevano portato nella mia adorata Grecia (un altro amore che non tramonterà mai), ci siamo ritrovati in una piccola, caratteristica, cittadina costiera.
Un temporale passeggero ci aveva temporaneamente costretti ad abbandonare la spiaggia e ci eravamo rifugiati in un piccolo parcheggio nell'unica piazza del paese.
Poco distante, un ragazzo in sella a una moto con targa italiana cercava di ripararsi meglio che poteva.
L'acquazzone era davvero forte e i miei genitori, che mi hanno trasmesso la passione e la curiosità di fare sempre nuove conoscenze, non hanno esitato un attimo ed hanno invitato quello strano, zuppo, viaggiatore a ripararsi sul nostro camper finchè il temporale non fosse passato.
In realtà, probabilmente, la mia "decisione" di ragazzina era solo l'esteriorizzazione di quell'amore che già stava crescendo.
Un'opera d'arte dentro l'altra

Se mi fermo un attimo a riflettere, infatti, frugando nel mio passato alla ricerca di un collegamento, di un perchè, mi rendo conto della presenza - quasi impercettibile - di alcuni ricordi, quei ricordi che a volte sembrano smarriti, sedimentati in qualche angolo della nostra mente. 
Com'è strana e meravigliosa la nostra mente!
Prima si affaccia alla memoria un concetto: etruschi.
Pian piano, un solo, flebile, concetto porta con sè luoghi, persone, avventure. Mi rendo conto, scavando nei ricordi come un cercatore d'oro nel greto del fiume, che già durante la mia infanzia ero stata immersa nella cultura di questa meravigliosa regione.
E' buffo come a volte passiamo gran parte della nostra vita a tentare di fuggire quello che siamo e quello che la famiglia cerca di trasmetterci e insegnarci.
Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente ricco di cultura e a questa devoto, eppure per tanti - troppi - anni ho cercato di fuggire da tutto ciò.
Spesso è solo una forma di ribellione, a volte il puro e semplice desiderio di opporsi a qualcosa che sentiamo come imposto e dal quale, solo per questa ragione, siamo convinti di dover fuggire...
Così è stato per ciò che per me era più che altro un interminabile vagare nelle foreste alla ricerca di necropoli etrusche, tra quelle valli che - tanti anni dopo - mi sarebbero state così care.
Eppure, nonostante i miei (vani) tentativi di ribellione, qualcosa aveva già messo radici profonde in me, legandomi per sempre a questa terra.
Tornando al nostro temporale ed al nostro motociclista, ricordo vagamente il suo accento toscano, ma ricordo bene che in quel momento avevo deciso che se mai mi fossi fidanzata, sarebbe stato solo ed esclusivamente con un motociclista toscano!
Naturalmente, le due circostanze che in quel momento si erano combinate così bene nella mia mente erano ben lontane dalla realtà...
Tuttavia, mi è capitato spesso di pensare a quell'episodio, che nonostante tutto è ancora impresso nella mia mente come se risalisse solo a pochi giorni fa. Mi fa pensare a come, a volte, la vita combini in modo assai strano gli eventi... oppure è solo la nostra mente che ci gioca stranissimi scherzi?
Molti anni sono passati da quel vagabondare tra le necropoli, di cui mi risuona ancora nell'orecchio - ora che i ricordi sono tornati alla luce - la voce di mio padre che, con la giusta dose di fantasia, racconta della vita e della cultura di questo affascinante popolo. Eppure, dopo molti anni, la vita mi ha riportato lì.
Siena.

Capodanno 2020

Tornare a Siena è stato un po' come riaprire gli occhi dopo essere stati accecati.
I ricordi si sono sovrapposti a quello che i sensi mi trasmettevano, provocando un leggero senso di sbandamento. Quasi un'ebbrezza.
Ricordare un posto, una piazza, una via, dà una specie di esaltazione. E' come sostenere un esame a sorpresa e rendersi conto di conoscere la risposta, che non pensavi di avere.
Poi pian piano il ricordo si fa da parte, lasciando lo spazio ad una nuova esperienza.
Perchè noi cambiamo e i luoghi che abbiamo conosciuto cambiano con noi.
Per quanto non ami tornare troppe volte nei luoghi che ho già visitato, credo fermamente che, in perenne mutamento come siamo, ne avremo ogni volta una percezione diversa.
Un sasso, uno scorcio, una luce, che non c'era quella volta o che non ci sarà mai più.
Sono tornata a Siena tante volte nel corso degli ultimi anni: ogni volta mi sono sentita a casa, eppure ogni volta aveva qualcosa di nuovo di sè da mostrarmi.
L'ho vissuta con la famiglia, in coppia, da sola, con Havana (il mio setter), in moto, per studio! Ho ammirato l'alba che bacia la Torre del Mangia ed il campanile del Duomo, ho camminato per i suoi vicoli con il freddo che mi inseguiva, alla ricerca di una buona cioccolata calda di Nannini, ho scoperto negozietti, pasticcerie, scorci mozzafiato.
Assaporato la rivalità tra Contrade, conosciuto amici che mi hanno aperto il loro cuore e la loro casa...
Salutato il 2020 alle porte della città.

Contrada di Valdimontone - Alfiere

Dunque, non potevo perdermi ciò che questa terra meravigliosa aveva da offrirmi scoprendola su due ruote...
Ripercorrere con un mezzo ed uno spirito diverso le curve delle crete senesi ed ammirare il paesaggio dalla "balconata" di Volterra, mi ha dato quel senso di pace che fa finalmente perdere il senso del tempo e dello spazio. Non esiste più correre, affannarsi, destinazione, obiettivi.
Solo quel momento, quella pace, i profumi, i colori, i ricordi.

Le crete senesi


E' per questo, per quell'amore che mi lega a questa terra che, diversamente dai miei soliti peregrinaggi in moto, il ritorno è stato lento, con un continuo girovagare ed in perenne stupore per le opere della natura e dell'uomo, che convivono con una grazia e un equilibrio difficilmente imitabili.

Se volete davvero assaporare il cuore della Toscana, il suo lato più genuino e sentirvi un tutt'uno con questa terra, dovete perdervici.
Perdetevi. E vi ritroverete.

Vista da Volterra


Forse lo sciocco progetto di quella bambina era irrealizzabile. Ma certo è che l'amore ha mille forme e l'amore che provo per la Toscana farà sempre parte di me e mi riporterà, in un modo o nell'altro, sempre qui.

***
Per i miei due giorni in moto tra le foreste casentinesi e il santuario di Chiusi della Verna, le crete senesi, il Chianti, Volterra e ritorno dall'Abetone, ho portato con me uno zaino da 20 litri e la mia borsa da serbatoio Givi. Non dimenticatevi mai l'antiacqua: da Arezzo a Siena ho dovuto fare i conti con la bomba d'acqua che nell'agosto 2018 ha colpito le porte di Siena 😅
Dove mangiare?
Nel corso degli anni ho avuto modo di apprezzare Camulio Lounge Bar, per un buon aperitivo: Pietro è un ragazzo simpatico e vi farà sicuramente apprezzare i suoi cocktail. Inoltre, è un appassionato motociclista e molto facilmente potrete trovare la sua Triumph parcheggiata fuori dal locale.
Potete gustarvi un'ottima cena o un tipico pranzo all'Osteria Titti, da Duccione (un personaggio che non potete perdervi!) o all'Osteria, in via Dei Rossi, ma anche all'Osteria La Piana.
Se invece volete concedervi un lusso in più, dovete assolutamente andare all'Enoteca I Terzi (ci è passato persino Obama, nel 2017!).
Se avete un po' di posto nello zaino o nelle vostre valigie, dovete fare tappa a Panzano in Chianti e assicurarvi uno dei vasetti di "Profumo del Chianti" di Dario Cecchini, famoso macellaio!
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